jueves, 30 de junio de 2016

LE COSE CHE NESUNO MI HA MAI DETTO.


Quando ho annunciato al mondo di essere per la prima volta in cinta, ho ricevuto tanti consigli: 

-Mentre fumano l’ennesima sigaretta, un grupo di signore mi dicono di non mangiare  la lattuga, per non contrarre la toxoplasmosi. Care signore, forse è il caso di spegnere la sigaretta, così il mio bimbo ed io non sviluppiamo il cancro.

-Una dottoressa mi chiede visto che sono in cinta, di lavare la verdura prima di mangiarla.   Va…forse si pensava che prima di essere in cinta mi mangiavo la verdura ancora con la terra.

-Al ristorante vengo rimproverata per il menù che ho scelto. Non ti mangiare il pesce né i frutti di mare né quello né questo altro… Grazie per esserti preoccupato, ma in realtà fa più male la Coca Cola che hai in mano che questo delizioso pesce. 

-Spesso mi hanno quasi imposto di mangiare questo e quel’ altro “così non rimani con la voglia”. So che è un modo per coccolarmi, ma credetemi che non mi va di mangiare fino a schiattare.

-Le donne più anziane mi hanno vietato di pasare sopra il filo della aspirapolvere o qualunque altro filo per evitare che il cordone ombelicale gire intorno al collo del bambino.  In più non posso alzarmi, abbassarmi, camminare con i tacchi, guidare, andare in bici, nuotare nel mare…

Ma quello che nessuno mi ha mai detto e che secondo me è l’ unico consiglio veramente utile per le donne che vogliono diventare mamme è: “dormi tanto adesso, perché dopo non dormirai mai più”. 

E’ incredibile come le nausee, i calci dentro la pancia, i possibili nomi del bebè, i piedi gonfi, immaginare il viso di tuo figlio,  la pancia che cresce e rende difficile i tuoi movimenti e il desiderio sessuale ti posano togliere il sogno.

Quando nascono, non vuoi perderti un solo secondo della sua piccola vita e vorresti restare a guardarlo sempre. A un certo punto la stanchezza ti obliga a dormire, ma quando chiudi gli occhi l’ udito si svela iper sensibile. E’ come se un micro chip nel tuo orecchio si collegasse con il bebè, in modo che il tuo cerebelo si sature d’ informazione e non possa riposare  

Al inizio dormono insieme a te, per praticità  nel allattamento notturno. Questo implica svegliasse diverse volte, specialmente quando l’ apetito è vorace e quando i bimbi soffrono di coliche, quindi piangono loro e vorresti piangere anche tu. 

Poi arriva il giorno tanto desiderato in cui il bebè si trasferisce nella sua stanza e tu ingenua credi che entrambi dormiranno alla grande. La realtà è che lui sa che lo vuoi lasciare da solo, quindi, apena lo metti
 nella gula piange. Tu lo prendi di nuovo in braccio, lo coccoli, le canti la nanna e camini per tutta la stanza, perché se ti fermi lui piange. Quelli 5 chili che provi a fare addormentare cominciano a pesare 10 quintali. A un certo punto, quando non senti più le tue brace, il bebè si rilassa, suspira e si addormenta. Tu piano piano e con delicatezza lo rimetti nella gula, ti fai la cruce, preghi al celo che non si svegli ed esci in punta di piedi della stanza, ma quando sei sotto la porta il bambino di nuovo piange. 

La mattina dopo ti svegli presto a corri in bagno perché è l’unica opportunità di stare sola e tranquila, ma quando sta per uscire la prima goccia di pipi, il micro chip si attiva e lui ti chiama. Si attiva questo micro chip quando apri l’acqua della doccia, quando ti stai depilando le gambe, quando volete fare l’amore, quando a pranzo stai per mettere il primo cucchiaio in boca. A un certo punto ti arrendi e fai la pipi con loro attaccati al tuo seno, posponi la doccia per la mezza notte, rimetti la tua gonna preferita nel armadio, provi a fare pace con le tue ormone arrabbiate e mangi speso piatti freddi.   

In tanto ti chiedi se un giorno tuo figlio ti sarà riconoscente per le notte in bianco, le celle sudate, le gambe pelose, la dieta fredda…o per il contrario, ti darà la colpa di tutti i suoi futuri traumi. 

Un altra cosa di cui nessuno ti parla è del shock fisico post parto. Per che a dire la verità, diventare mamma vuoi dire confrontarti con i cambiamenti del tuo corpo. Per fortuna, nel mio caso, durante la gravidanza ho continuato a sentirme bella e desiderata, ma non per tutte i chili in più e la rotondità  sono sinonimo di sensualità. In più, dopo il parto si fanno i conti con lo specchio che ti fa vedere una pancia sgonfia, un seno gonfio, magari qualche smagliatura qua e là e nel caso di essere sottomessa a un cesareo sarai marcata con una cicatrice propio lì, dove comincia il paradiso.

In tante mi hanno detto che queste cicatrice non si notano dopo, che è piccola e sottile . Per me, che ho problemi di cicatrizzazione è stato un trauma forte svegliarne con una salsiccia  sulla mia patata. Questo segno mi ha tolto un pezzo di sensualità. Non è l’unica cicatrice che ho, ma è l’unica con la quale ho un cattivo rapporto. 

Volemmo anche parlare dei panni? Non sei più pancia piatta ne pancia rotonda, i panni della gravidanza sono grandi, ma quelli che indossavi prima sono piccoli. Le mutante per il parto che continui a usare durante i primi 40 giorni di sanguinato continuo, sembrano mutante di elefante. Le panciere quelle di arrotolare o quelle a mutante si notano soto i pani. I reggiseni per allattare hanno un stilo così retro come quelle che usaba la mia bisnonna. In poche parole, se già prima eri di quelle che nell’armadio non trovano mai cosa mettere, adesso force è il momento giusto di far parte di una comunità nudista. Oltre menti puoi scegliere le tutte tanto comode, anche se ti danno un aria un po anonima.  Così con lo armadio litighi soltanto quando devi attendere delle visite.

Per che dii sicuro parenti e amici vengono  a trovarte per conoscere il tuo piccolo e tu vuoi far trovare la casa ordinata e pulita, i bambini ben vestiti, pettinati e sorridenti e tu vuoi stare lavata, truccata e stirata, senza i segni della stanchezza. Ma nel mondo reale apena suonano alla porta il piccolo o fa una cacca di quelle che meritano un bagno in lavatrice o ti vomita a doso o piange spaventato per il rumore del campanello. Se hai altri bimbi a casa, loro si fanno carico di mangiare qualcosa che lascia molliche per terra, di tirare fuori tutti i giocattoli, persino quelli con cui non giocano mai ed è possibile che propio quando arrivano gli ospiti i bimbi decidano di fare qualche capriccio, dimenticando i buoni modi che hai insegnato. In quanto a noi mamme, la macchia di vomito sulla maglietta, il moco  che qualcuno dei nostri figli si ha pulito nel nostro pantalone, il braccio unto di cacca, la sua pappa nella nostra testa e la gota di sudore sulla fronte fano parte del nostro look.   

Al improvisto, un giorno ti riprendi e persino ti dimentichi dei dolori del parto, delle notte in bianco, dei pasti freddi, del vomito e la poppo, delle gambe pelose e le docce in concluse. Dimentichi anche che la favola della famiglia sempre serena e sorridente, sempre ordinata ed educata e solo una favola e quindi decidi di aggiungere un nuovo membro e fai un altro figlio.


E come se non ci fosti già cascata, immagini padre e madre sorridenti, dandosi una mano nella crianza dei bimbi. Immaginiamo tutte noi ai nostri compagni participando nelle faccende della casa, cambiando pannolini e giocando alegremente con i piccoli. E questo può darsi  che accada, e solo che un giorno loro tornano al lavoro mentre tu resti a casa da sola con i piccoli.

Credetemi che mentre il padre è a casa i vostri bimbi sembrano degli angioletti, ma apena vostro marito chiude la porta di casa alle sue spalle, i fratellini si trasformano nei diavoleti  dispettosi, si ammalano  o si fanno male. A me per esempio, me occorrono cose come questa:

Ho apena cambiato il letto. La figlia più grande ha finito di fare il bagno e mentre la aiuto a vestirsi, il fratellino si sveglia e comincia a piangere. Pur tropo deve aspettare qualche secondo mentre finisco di vestire la sorella. Lei si siede sopra il letto e mi fa compagnia mentre provo a calmare Il più piccolo che piange della fame ed è così arrabbiato che non riesce ad atacarse bene al seno. Quando finalmente si tranquiliza e comincia a mangiare, lei che è più grande ma che comunque è piccola, mi dice:

-mamma, non mi sento bene, devo vomitare. 

Entrambi ci alziamo. Io lentamente perché tengo il bebe attaccato al seno. Lei veloce, ma non fa in tempo di scendere e vomita come un vulcano sul letto che ho apena cambiato. E quindi comincia a piangere perché si sente in colpa per avere sporcato, si sente a disaggio così sporca di vomito della testa ai piedi e piange anche perché non si sente bene. Io la accarezzo e li dico che non fa niente che si sia sporcato tutto. Piange anche il bebe spaventato per il pianto della sorella. La abbraccio con una mano e la invito ad andare in bagno para lavarla e cambiarla. Lei piange perché vuole essere portata in braccio. Lui piange ancora spaventato. Prendo ogni uno con un braccio, pregando che non cadono e che non si apra la cicatrice della cesarea ancora fresca. Mi siedo in un sgabello che ho in bagno, accarezzo l’uno ed accarezzo l’altro. provo a tranquillizzare entrambi. Ataco di nuovo il bebe al seno e con una sola mano spoglio, lavo, seco e visto mia figlia.  Una volta tutti calmi e sistemati, ricomincia il lavoro: cambiare il letto,  lavare panni e lenzuoli, per terra e anche il bagno, perché è tutto sporco di vomito.

In somma, a volte loro piangono al unisono e un po anche tu. E la sera quando vostro marito torna a casa lamentandosi per che è stanco e ti chiede come mai tu non sei pronta per uscire con gli amici, farai un grande sforzo per non inviarlo a quel…

… quel giorno in cui avete sentito il cuore del bebe per prima volta, quella emozione unica; quel giorno in cui avete promesso di protegerlo e aiutarlo a crescere, ed amarlo infinita e incondizionatamente. Quel giorno in cui ti chiedi per prima volta se quel puntino nella ecografia da grande saprà apprezzare i tuoi sforzi. E quando non ti lo aspetti, al improvviso arriva la risposta: il tuo bebe dice per prima volta “papa” mentre tua figlia canta allegramente “mamma, sei un super eroe per che aiuti sempre i piccoli, mamma sei la migliore”.   

Hanna Lucida